Guardando la mole del Duomo di Milano, costellata di guglie, non si fa molto caso alla mancanza di un vero e proprio campanile, elemento caratterizzante delle classiche chiese, nonostante questo le campane ci sono da 500 anni!
Nascoste alla vista nell’intercapedine presente nel tiburio della guglia maggiore tra parete esterna e volta interna esse sono 3 e suonano oggi fisse per mezzo di battagli mobili per evitare dannose scosse alla delicata struttura che sorregge la guglia della madonnina.
Esse però fino al 1886 suonavano a slancio racchiuse in un campanile in muratura costruito sulla terrazza sopra la navata centrale come soluzione provvisoria nel ‘500.
La campana maggiore di nota La bemolle calante (Lab2) è intitolata alla Vergine Maria, ha un diametro di 212 cm e venne fusa da Giovanni Battista Busca nel 1582 e benedetta dall’Arcivescovo Carlo Borromeo. Ha un peso stimato di 5870 Kg.
Reca impressa l’effige di S. Ambrogio tra i Santi Gervaso e Protaso, una grande croce e lo stemma della Fabbrica del Duomo.
+++ MELODIA TVA CRESCAT IN NOBIS DEVOTIO FIDES ET AMOR SPIRITVALIS. PROCVL PELLANTVR INSIDIAE INIMICORUM.
+++ FRAGOR GRANDINVM IMPETVS TEMPESTATVM - IO. BAPTISTA BVSCHA MEDIOLAN. F.
VOX - DOMINI
SVPER - AQVAS - MVLTAS
VOX - DNI - INTERCIDENTIS
FLAMMAM IGNIS
ANNO DOMINI
M - D - LXXXII
GREG - XIII - PONT - MAX.
CAROLO - S - R - E - CARD.
TIT - S - PRAX - ARCHIEP.
La campana mezzana (nota Si2) è dedicata a S. Ambrogio, patrono con S. Carlo della nostra Diocesi, venne fusa nel 1577 da Dionisio Busca ed ha un diametro di 176 cm.
Reca impressa le figure della Vergine Maria e di S. Ambrogio.
+ PONEBAT PLVVIIS LEGEM ET VIAM PROCELLIS SONANTIBVS ANNO TRIBVLATIONIS PESTIS MDLXXVII DIONISIVS BVSCA MEDIOL.
La campana minore (nota Mi bem3 calante) è dedicata a S. Barnaba, ritenuto l'Apostolo evangelizzatore di Milano, è stata fusa da Gerolamo Busca nel 1515, il suo diametro è di 128 cm.
Impresso sulla campana è lo stemma di Carlo V
+ SACROSANTE FABRICE MAGNI TEMPLI PRESIDES QVO INTEMERATA VIRGO AD POPVLI MEDIOLANESIS PIAS PRECES FACILIVS FLECTATVR HONORAM HANC TVBAM STRVXERAT AN - SAL - MDXV
- HIERONIMI BVSCHE -
- GIOCHINI MLIS OPERA -
Una quarta piccola campana (nota Si4) è montata sul terrazzo del tiburio dietro a un gugliotto rivolto verso il corso Vittorio Emanuele II, anch’essa è fissa e non viene normalmente utilizzata.
Essa è dedicata a S. Tecla, santa martire a cui era dedicata la basilica d’epoca romana che sorgeva precedentemente sull’area del Duomo ed ancor oggi santa titolare della parrocchia del Duomo.
La campana fu fusa nel 1553 da Antonio Busca.
OPVS ANTONII BVSCHE MLIS --:-- MDLIII DIE X MAII
La famiglia milanese dei fonditori Busca si colloca in primo piano tra i fonditori lombardi del periodo, purtroppo numerose campane sono oggi andare perse.
A testimonianza della grande abilità artistica di Giovanni Battista Busca sono le cariatidi, gettate in bronzo su modello di Francesco Brambilla, che sorreggono i due pulpiti all’ingresso del presbiterio del Duomo.
Nella secolare vicenda costruttiva del Duomo si alternarono nei secoli varie ipotesi per la realizzazione di un vero e proprio campanile.
Come detto, le campane furono ospitate in modo provvisorio su una torretta costruita sopra la terrazza della navata maggiore, nel 1866 per dare una linea unitaria all’insieme della copertura si provvide alla demolizione del campanile posticcio e alla collocazione nel tiburio delle tre campane, la maggiore nello spicchio sopra il braccio meridionale e le altre due in quello sopra il presbiterio.
Nella metà del 1600 l’architetto Carlo Buzzi progettò una facciata per la cattedrale affiancata da due campanili gemelli sulla moda gotica nordeuropea, idea già avanzata a suo tempo dal Pellegrini.
Intorno al 1870 il banchiere milanese Cesare Ponti si fece promotore di un nuovo progetto che prendeva spunto di quando già proposto in passato.
Nel 1888 l’architetto Luca Beltrami propose, nel consorso indetto dalla Fabbrica del Duomo per risolvere la secolare questione sulla realizzazione della facciata, un progetto comprendente anche una torre campanaria da erigersi all’estremità della manica lunga di Palazzo Reale, torre di stile manieristico che avrebbe accolto gli elementi decorativi del Pellegrini e del Richini eliminati dalla facciata rinnovata.
Nel 1938 si ritornò a parlare di un possibile campanile, ma questa volta civico, con un grandioso progetto dello scultore Vico Viganò già pronto dal 1927 che la retorica del tempo denominò “Torre delle Memorie delle Vittorie e delle Glorie”.
Le stesso Benito Mussolini dichiarò che entro il 1942 l’opera sarebbe stata compiuta dando a Milano il campanile più alto del mondo.
Viganò riproponeva gli stilemi decorativi del Duomo in una costruzione alta 164 metri con base di 20 metri per lato comprendente diversi ambienti lungo tutta l’altezza: la cripta mausoleo, il vestibolo d’ingresso, le sale delle Lapidi, degli Eroi e della Vittoria, la cella campanaria con “concerto di 18 campane da usarsi nelle funzioni religiose del Duomo e nelle solennità patriottiche ed Orologio con suoneria a cariglione”, la loggia della Redenzione, la celletta della Campanella Vittoriosa, il Tempietto della Gloria, la loggia belvedere, l’Altare della Patria, il Faro della Pace a 160 metri d’altezza ed infine il pinnacolo a 164 metri.
Due scale indipendenti e due ascensori consentivano la salita.
L’idea fu fortemente criticata dalle figure culturali milanesi del tempo denominando l’opera una gigantesca matita messa in verticale! La torre monumentale avrebbe superato con la sua altezza la guglia della Madunina (108 metri) e stravolto l’immagine del Duomo, considerato un’opera d’arte compiuta così, senza campanile.
Gli eventi della storia contribuirono a far dimenticare definitivamente questo faraonico progetto.